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News / Approfondimenti ETICA

  1. Pro e contro nell'applicazione della SA 8000

  2. Bilancio Sociale

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1. PRO E CONTRO NELL'APPLICAZIONE DELLA SA 8000  torna all'inizio

La norma SA 8000 costituisce uno dei principali riferimenti mondiali per le organizzazioni che intendano dotarsi di un Sistema per la Gestione della Responsabilità Sociale per tenere sotto controllo, migliorare e rendere trasparente a tutte le parti interessate il proprio modo di tutelare i diritti dei lavoratori.

Criticità nell'adozione di un Sistema di Gestione per la Responsabilità secondo la SA 8000

Adottare un Sistema di Gestione in un ambito delicato come quello del mondo del lavoro presenta, inevitabilmente, criticità dovute alla coesistenza di diverse esigenze delle parti interessate, quali:

  • lavoratori;

  • soci / azionisti;

  • fornitori;

  • enti;

  • comunità;

  • ecc.

La scelta aziendale di adottare un Sistema di Gestione per la Responsabilità Sociale dovrebbe, pertanto, diventare lo strumento con il quale l'Organizzazione intende affrontare le varie problematiche e definisce i compromessi necessari per una gestione efficace delle proprie attività.

Ma quali sono le principali difficoltà nell'applicazione di un Sistema per la Responsabilità Sociale basato sulla SA 8000?

- Il primo problema è legato ai rapporti pregressi esistenti all'interno dell'organizzazione; è normale che la presenza, nel passato, di contrasti, malumori o qualunque forma di scontro tra l'organizzazione ed uno o più dei suoi stakeholders determini, in partenza, situazioni di diffidenza, contrasto e, comunque, di mancanza di collaborazione. In questa fase diventa determinante l'approccio seguito nell'impostazione del Sistema, il livello di coinvolgimento e di partecipazione delle parti interessate, le attività di comunicazione per illustrare il sistema ed i suoi obiettivi e per tenere aggiornati tutti in merito allo stato di avanzamento dei lavori, l'approccio positivo a voler risolvere i problemi, magari rinunciando ciascuno ad una parte dei propri privilegi.

- Una volta ottenuta la collaborazione o, quanto meno, la non ostruzione da parte delle principali parti interessate, le difficoltà più concrete sono legate al mercato: applicare un qualunque Sistema di Gestione richiede investimenti ed i benefici che ne derivano si possono vedere, generalmente, solo dopo alcuni mesi, se non anni, di applicazione. Le buone intenzioni, però, rischiano di infrangersi contro le legittime preoccupazioni della dirigenza aziendale che vede la propria organizzazione appartenere ad un mercato comandato quasi esclusivamente da motivazioni economiche, nel quale non è, in generale, importante lavorare bene e nel rispetto delle regole ma è necessario vendere a prezzi migliori. Cerchiamo di smontare, almeno in parte, questa posizione e, per farlo, utilizziamo due dei principali requisiti della norma SA 8000:

  1. sicurezza sul lavoro

  2. fornitori

1. sicurezza sul lavoro: il rispetto delle normative di sicurezza sul lavoro è un obbligo; ogni adempimento da realizzare comporta, indiscutibilmente, un impegno economico ma cerchiamo di capire cosa può voler dire non rispettarlo:

a) infortunio: in caso di infortuni i costi aziendali aumentano per assenza del lavoratore, riduzione della produttività aziendale, in alcuni casi retribuzione aggiuntiva al personale in sostituzione (lavoratori interinali, straordinario, ecc.), aumento del premio inail, ecc.

b) ispezione dell'Organo di Controllo: in caso di riscontro di mancato rispetto di obblighi normativi sono applicate delle sanzioni (amministrative e, nei casi più gravi penali) che obbligano l'organizzazione comunque a regolarizzarsi, pagando, anche, per l'esecuzione di tutti gli adempimenti disattesi

c) ispezioni / contestazioni dei clienti: qualora a livello contrattuale sia previsto il rispetto di aspetti di sicurezza (in ogni caso vale quanto previsto dall'art. 7 della 626/'94 e s.m. e i.), il riscontro della loro mancata attuazione può determinare l'applicazione di penali fino alla rescissione del contratto.

2. fornitori: la scelta dei fornitori è, in generale, determinante per la buona riuscita dei lavori / servizi offerti al Cliente; nella scelta dei fornitori generalmente ci si limita a valutare il prezzo senza approfondire altri aspetti della fornitura. Vediamo come la scelta di fornitori che non intendano impegnarsi nel rispetto dei diritti dei lavoratori possa influenzare il buon esito della fornitura:

a) variazione del personale: lavoratori non soddisfatti difficilmente rimangono sempre nella stessa azienda e la loro sostituzione non garantisce, in generale, il mantenimento dello stesso livello di competenze e professionalità

b) insoddisfazione del personale: lavoratori non soddisfatti del trattamento ricevuto generalmente ribaltano il loro malumore nel proprio operato con conseguenze negative verso il cliente in termini di tempi persi nel contattare il fornitore, aspettative disattese, ecc.

c) infortuni / assicurazione obbligatoria: in caso di mancato rispetto di assicurazione inail, il committente è responsabile in solido con la ditta appaltatrice per cui eventuali infortuni determinano anche costi aggiuntivi non preventivati

Vantaggi nell'adozione di un Sistema di Gestione per la Responsabilità secondo la SA 8000

Ogni obiettivo, per essere raggiunto, richiede sacrifici; nella parte precedente sono stati evidenziati alcuni dei sacrifici che devono essere realizzati per risolvere le criticità connesse con l'adozione di un Sistema per la Responsabilità Sociale. Ma, in definitiva, quali sono i possibili benefici che si possono ottenere con tale sistema?

Vediamo di esaminare cosa potrebbe accadere adottando, in maniera efficace, un Sistema di Gestione per la Responsabilità Sociale:

a) miglioramento dei rapporti con i sindacati e sostanziale riduzione degli stati di agitazione / contrasto tra lavoratori e parte datoriale: i rappresentanti sindacali, coinvolti nell'impostazione del sistema e resi consapevoli degli sforzi fatti per cercare ci conciliare le esigenze dei vari stakeholders (compresi i lavoratori), avrebbero una visione più completa delle problematiche aziendali e, pur nel rispetto del proprio ruolo, potrebbero contribuire a trovare soluzioni condivisibili anche a livello direzionale

b) miglioramento dei rapporti con i media, con riduzione di attacchi a mezzo video / stampa e con potenziali ritorni positivi in termini di immagine: la comunicazione, in un Sistema di Gestione per la Responsabilità Sociale è parte determinante per rendere tutti gli stakeholders edotti sugli aspetti che li riguardano. La decisione di coinvolgere i mezzi di comunicazione per presentare l'impegno aziendale verso il miglioramento delle condizioni sociali, rendendo trasparenti i propri obiettivi, rappresenta un pericoloso boomerang solo se la comunicazione non è veritiera ma, in tutti gli altri casi, non può assumere altra forma se non quella di una pubblicità positiva.

c) miglioramento della produttività dei lavoratori: lavoratori soddisfatti delle proprie condizioni di lavoro e orgogliosi della propria azienda grazie ad un importante senso di appartenenza alla stessa sono portati a lavorare per l'interesse dell'azienda stessa senza fare troppa attenzione al proprio tornaconto personale; statisticamente, inoltre, in aziende in cui i lavoratori si sentono maggiormente considerati calano in maniera significativa i tassi di assenteismo, malattia, ecc.:

d) maggiore visibilità "positiva" sul mercato con potenzialità di nuovi contatti presso clienti attenti agli aspetti etici: in un mercato fortemente concorrenziale è sempre più importante trovare strumenti per potersi distinguere dalla media. La parte di clientela attenta al rispetto di principi di Responsabilità Sociale è in continua crescita e farsi riconoscere in questa fase può significare acquisire significativo vantaggio competitivo nel medio periodo.

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2. BILANCIO SOCIALE   torna all'inizio


Il significato di responsabilità sociale delle imprese è da diversi anni al centro di discussioni e dibattiti in tutto il mondo; non esiste una sua definizione precisa, dal momento che risulta avere diversi significati e il suo contenuto non può essere definito in termini assoluti dovendo essere rapportato ai valori umani i quali variano nello spazio e nel tempo. Come è possibile desumere dal Libro Verde della Commissione Europea, essere responsabili socialmente significa non solo soddisfare gli obblighi giuridici applicabili, ma anche investire maggiormente nel capitale umano, nell’ambiente e nei rapporti con le altre parti interessate.

 

Le imprese, nel tempo, hanno preso sempre più coscienza del fatto che gli obiettivi di un successo commerciale sostenibile e di benefici durevoli per gli azionisti non sono perseguibili massimizzando i profitti a breve termine, bensì adottando comportamenti vigili e responsabili nei confronti del mercato. L’azienda è, di fatto, al centro di un reticolo di relazioni e la sua presenza sul mercato è condizionata dai rapporti instaurati con i vari soggetti interessati.

 

Si pone, a partire dagli anni ‘70, l’esigenza di un documento specifico, che affronti indicatori, dati, osservazioni e giudizi non solo attraverso valutazioni contabili o extracontabili, ma che verifichi e documenti al pubblico interessato ciò che l’impresa realizza in funzione di tutti i suoi interlocutori.

E’ stata proposta in questi anni una pluralità di modelli di rendicontazione sociale e tutti hanno suscitato più o meno consenso fra i soggetti interessati allo sviluppo di un sistema di “reporting” che non consideri come unici indicatori delle proprie prestazioni i risultati economico-finanziari raggiunti.

 

Si riportano di seguito i modelli a maggior livello di organicità e di diffusione:

  •  AccountAbility 1000 (AA1000) realizzato nel 1993 da ISEA (Institute of Social and Ethical AccountAbility;

  •  Substainability Reporting Guidelines on Economic, Environmental and Social Performance elaborato nel 2000 e modificato nel 2002 da GRI (Global Reporting Initiative) in partership con UNEP (United Nation Environment Programme);

  •  SA 8000 sviluppato nel 1997 da CEPAA (Council for Economic Priorities Accreditations Agency);

  •  Voluntary Guidlines for Action on CSR Comunication and Reporting preparato nel 2000 da CSR Europe;

  •  Principi di Redazione del Bilancio Sociale elaborato nel 2001 da GBS (Gruppo di studio per la statuizione dei principi di redazione del Bilancio Sociale);

  •  Documento CSR-SC predisposto nel 2003 dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e dall’Università Bocconi.

Altro elemento a conferma dell’importanza assunta dalla rendicontazione delle attività socialmente responsabili realizzate dall’impresa, è l’intervento operato dalle Istituzioni Pubbliche; nel 2003, infatti, il Ministero del Welfare ha varato il Progetto CSR-SC (Corporate Social Responsability Commitment) con il quale si è posto l'obiettivo di promuovere un sistema premiale (finanziamenti- fondi per le politiche sociali, incentivi fiscali, premi e forme di promozione) per le aziende con un forte social commitment  e che decidessero di  adottare su base volontaria le linee guide ed il set di indicatori – standard per valutare la propria performance in ambito etico-sociale.

 

I modelli di rendicontazione degli effetti sociali dell’attività aziendale sono stati e sono ancora oggi oggetto di un’ampia riflessione, in particolare la maggiore attenzione è rivolta al Bilancio Sociale, strumento di misura della responsabilità sociale d’impresa più articolato e complesso.

Le sue prime formulazioni teoriche emergono dal dibattito che si è svolto negli Stati Uniti intorno al 1970 in merito alla necessità di effettuare una rilettura “sociale” del bilancio d’impresa.

 

Le tematiche del Rendiconto sociale sono il convergere di ricerche in campi disciplinari diversi: filosofici, sociologici, giuridici, economici. Due sono però i filoni tematici che portano alla formulazione del bilancio sociale: il filone etico e quello della responsabilità sociale dell’impresa, dove la responsabilità sociale è legata alle funzioni sociali che la società attribuisce all’impresa, prima fra tutte la richiesta che sappia porre dei vincoli al proprio operare e allarghi lo spettro degli interlocutori, di cui tenere presente l’interesse, nel prendere le proprie decisioni.

Il Bilancio Sociale è un documento che periodicamente le aziende redigono volontariamente ed è rivolto agli stakeholder, cioè a tutti coloro che hanno un interesse (stake) nell’attività d’impresa, per comunicare le conseguenze delle loro attività sul piano economico, ambientale e sociale. Può essere redatto da qualsiasi organizzazione e, dunque, da aziende pubbliche, private, profit o non profit, ma anche da altre realtà organizzative quali ad esempio enti pubblici, ONG, ecc. .

 

In particolare poi il Bilancio Sociale dovrebbe:

  1. consentire di comprendere il ruolo svolto dalle attività dell'azienda nella società civile;

  2. essere uno strumento che confrontando quanto realizzato con le esigenze sociali preesistenti, fornisce informazioni sul raggiungimento degli obiettivi sociali prefissati;

  3. dimostrare che il fine dell’impresa, non è solamente quello di creare profitto ma anche quello di fornire un valore aggiunto per la comunità;

  4. essere considerato come un fattore di cruciale importanza per lo sviluppo della democrazia e della trasparenza nell’ambito delle attività;

  5. diventare uno strumento per rendicontare se le azioni sociali dell’impresa hanno delle ricadute in termini di utilità, legittimazione ed efficienza;

  6. rappresentare un momento di riflessione sull’impegno che si ha all’interno dell’impresa per migliorare qualità di prodotto e servizio, rapporto con i consumatori, sicurezza sul posto di lavoro, rispetto dell’ambiente.

La pluralità di modelli di rendicontazione sociale ha fatto sorgere nel nostro paese l’esigenza di predisporre delle regole per definire e migliorare la qualità e le metodologie per la predisposizione dei bilanci sociali. Per questo nel 1998 si costituisce un Comitato, il GBS (Gruppo di Studio per la statuizione dei principi di redazione del Bilancio Sociale). Il GBS, che rappresenta aziende, università e diverse associazioni di categoria ed è nato con l’obiettivo di offrire una guida sulle finalità e sulle procedure di formazione del Bilancio Sociale, ha predisposto un insieme di principi generali di redazione del bilancio sociale e ne ha definito le caratteristiche in modo da consentire all’azienda di realizzare una strategia di comunicazione diffusa e trasparente che fosse in grado di perseguire il consenso e la legittimazione sociale; tali criteri, ispirati alle metodologie internazionali più consolidate, quali GRI e AA1000, costituiscono, ad oggi, lo standard più diffuso in Italia.

I principi di redazione del Bilancio Sociale secondo i principi del GBS fanno riferimento alla sfera dell’etica, alla dottrina giuridica e alla prassi contabile. In particolare, si fa riferimento ai principi di etica pubblica ed economica e ai principi fondamentali dell’uomo. Per quanto riguarda gli aspetti più professionali o procedurali, si fa riferimento ai principi contabili nazionali e internazionali.

Ogni singola azienda nel proprio Bilancio Sociale, può rispettare alcuni valori che essa riconosce come propri, ma è fondamentale che ogni Bilancio Sociale, redatto secondo il modello GBS, presenti alcuni principi base:

  •  neutralità: l’informazione deve essere imparziale ed indipendente da interessi di parte o da particolari condizioni;

  •  coerenza: dovrà essere fornita una descrizione esplicita della conformità delle politiche e delle scelte del management ai valori dichiarati;

  •  inclusione: si dovrà fare in modo di dar voce a tutti gli stakeholder identificati, esplicitando la metodologia d’indagine e di reporting adottata;

  •  legame con il bilancio d’esercizio: il Bilancio Sociale parte da una riclassificazione a valore aggiunto del bilancio d’esercizio, espandendosi su altre valutazioni sociali;

  •  trasparenza: tutti i destinatari devono essere posti in condizione di comprendere il procedimento logico di rilevazione, riclassificazione e formazione, nelle sue componenti procedurali e tecniche e riguardo agli elementi discrezionali adottati.

Il Bilancio Sociale, quindi, non è un semplice rendiconto consuntivo e strumento di relazione, ma è anche uno strumento di gestione; oltre ad essere uno strumento di comunicazione esterna, svolgendo una funzione di controllo per la collettività di riferimento, è uno strumento di comunicazione interna in quanto facilita il sistema delle relazioni tra l’attività di direzione e di governo dell’organizzazione permettendo di valutare, programmare e pianificare di anno in anno le proprie strategie in funzione degli obiettivi e dei valori sociali in cui si riconosce. Rappresenta, inoltre, un momento di riflessione sull’impegno che si ha all’interno dell’impresa per migliorare qualità di prodotto e servizio e sicurezza sul posto di lavoro.

 

Per il presente articolo ho il piacere di ringraziare la:

Società Eidos Programmi economici e sociali S.r.l.

Piazza Matteotti, 43 – 19038 Sarzana (SP) – Italia

Tel: +39 0187 692654 – Fax: +39 0187 627192E-mail: ghea@gheanetwork.net

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