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Sistemi di Qualità e Certificazione
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La
gestione degli audit interni
TI INTERESSA
L'APPROFONDIMENTO DI UN ARGOMENTO SPECIFICO?
RICHIEDILO A
ambrosini@stefanoambrosini.com
1. SISTEMI DI QUALITA'
E CERTIFICAZIONE
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Nel 1997
ho iniziato a confrontarmi con una parola per me nuova, mai studiata
all'Università, mai sentita nominare prima, almeno nel contesto dei
sistemi di gestione: la Qualità. L'impatto è stato devastante perché
l'approccio che mi veniva consigliato era inconciliabile con il buon
senso: perché qualcuno aveva deciso di inventare una norma così
"sadica" da costringere le aziende a inutili e onerosi appesantimenti
burocratici? Ma cosa diavolo ci interessa se le non conformità
le registriamo o non le registriamo? Che significato poteva avere
fare documenti o registrare attività solo con lo scopo della
certificazione?
Ero più giovane e,
sicuramente, molto inesperto ma in tutto quello che mi veniva spiegato
ravvisavo qualcosa di sbagliato, non capivo cosa ma sentivo che c'era
qualcosa di più.
Dopo
qualche tempo ho la fortuna di confrontarmi con un valutatore esperto in
occasione di una visita di certificazione; da una parte c'ero io,
convinto di tutte le cose che mi erano state inculcate, dall'altra c'era
lui, con il suo considerevole bagaglio di esperienza. Quei due giorni di
audit hanno, di fatto, rappresentato una pietra miliare nel mio
approccio alla qualità; finalmente ho trovato le risposte ai dubbi che
mi assillavano ed ho capito che la qualità avrebbe rappresentato una
parte importante del mio futuro.
Mi è stato fatto notare che
all'interno della norma (ora è ancora più chiaro con l'edizione 2000
della 9001) sono riportate, nello scopo, alcune semplici parole che,
però, si è portati a trascurare per volersi concentrare sui requisiti
(rif. UNI EN ISO 9001:2000):
"La presente norma
internazionale specifica i requisiti di un sistema di gestione per la
qualità quando un’organizzazione:
a) ha l'esigenza di dimostrare la sua capacità di fornire con regolarità
prodotti che ottemperino ai requisiti dei clienti ed a quelli cogenti
applicabili,
b) desidera accrescere la soddisfazione dei clienti tramite
l’applicazione efficace del sistema, ivi inclusi i processi per il
miglioramento continuo del sistema e l’assicurazione della conformità ai
requisiti del cliente ed a quelli cogenti applicabili."
Improvvisamente ho iniziato
a pensare:
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"L'obiettivo del sistema di gestione per la qualità è, in altre
parole, lavorare nel rispetto delle regole (requisiti dei clienti,
leggi, regole aziendali) per migliorare con continuità il sistema
stesso e la sua efficacia."
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"Ma
se questo è l'obiettivo, tutto quello che mi viene chiesto di
gestire e tenere sotto controllo deve, in qualche modo, aiutarmi a
perseguire il miglioramento, non può diventare un ostacolo o essere
un inutile orpello."
-
"Devo cercare di comprendere le motivazioni a supporto di tutti i
requisiti perchè, una volta comprese, sarò in grado di trasformarle
in strumenti operativi utili alle aziende"
Sono
passati diversi anni da quelle prime esperienze, ogni anno ha portato
nuovi confronti, nuove sfide ed ha consentito di affinare sempre di più
l'interpretazione della norma: in definitiva, tutto quello che si
fa deve avere una motivazione, deve permettere di perseguire gli
obiettivi o di dimostrare, anche ai fini legali o contrattuali, quanto è
stato realizzato.
Ed
allora ecco le spiegazioni ai miei dubbi:
Perchè appesantire /
burocratizzare l'organizzazione?
Procedure, istruzioni e
modulistica sono strumenti di lavoro che formalizzo ogniqualvolta la
loro assenza mi possa comportare errori o per agevolare momenti
formativi al personale (es. in caso di frequenti turnover)
Perchè registrare le
non conformità?
Registrare le non
conformità vuol dire conservarne la memoria in modo tale che, durante i
momenti di riesame dell'andamento delle attività, si possano valutare in
maniera completa tutte le problematiche occorse e decidere se siano o
meno opportune azioni di miglioramento
E la certificazione?
La
certificazione, nell'adozione di un sistema di qualità, non c'entra
quasi nulla. Sono il primo a sapere che ottenere la certificazione del
proprio sistema di gestione per la qualità è un'impresa tutt'altro che
difficile; volendo essere negativo e, quindi, limitando le azioni per la
certificazione al minimo necessario per conseguirla (o mantenerla),
direi che quello che serve è:
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la
documentazione necessaria, si fa costruire ad un consulente esterno
e poco importa che descriva esattamente come funziona l'azienda
perché tanto, se ci sono delle lacune, si possono compensare con
qualche registrazione "tampone";
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se
ci sono alcune attività che non sono state gestite bene, bisogna
fare in modo che l'auditor non le veda ma, in tutta franchezza, come
fa un valutatore ad esaminare con adeguato approfondimento l'operato
di un'azienda avendo a disposizione mediamente uno/due giorni;
-
e
tutte questi aspetti ogni quanto bisogna curarli? Generalmente a
cadenza annuale e, solo occasionalmente, semestrale.
Ovviamente, se l'azienda crede nel sistema di qualità non potrà mai
trovarsi in difficoltà rispetto ad una visita di certificazione (o di
sorveglianza), perché ci saranno regole e persone che eseguiranno i
monitoraggi necessari affinché il sistema funzioni e si migliori con
continuità nel rispetto degli obiettivi aziendali.
In realtà, un'azienda che
creda nel sistema di qualità, non ha bisogno di essere certificata a
meno che non ritenga opportuno o necessario ottenere i seguenti benefici
(gli unici che una certificazione di qualità può portare):
-
vantaggi
commerciali o di marketing (per stare sul mercato o per distinguersi
dalla concorrenza);
-
stimolo
a tutto il personale a "non abbassare la guardia", anche nei momenti
più difficili;
-
confronto
con esperti del settore per capire se le soluzioni adottate a
livello aziendale siano e meno migliorabili.
Qualunque sia il benefit portato dalla certificazione, quindi, i
vantaggi conseguenti all'adozione di un sistema di gestione per la
qualità sono di gran lunga superiori, e sono legati alla graduale
riduzione di costi legati ad errori di realizzazione o di controllo,
inutili perdite di tempo, ripetizioni / duplicazioni di attività,
rotture di attrezzature dovute a mancati interventi di manutenzione,
ecc.
In
definitiva, ogni azienda è fatta di persone con idee, esperienze e
capacità differenti; il modo in cui si deve interpretare la norma è
quello più adatto alle esigenze aziendali, perchè, in effetti, lo
scopo dell'adozione di un sistema di qualità, è quello di dotarsi di uno
strumento che supporti l'azienda in quel graduale ma continuo processo
di miglioramento che la porterà, nel giro di qualche tempo, a
raggiungere risultati e livelli di efficacia impensabili fino a pochi
mesi prima.
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2. LA GESTIONE DEGLI AUDIT
INTERNI
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L’esecuzione di audit
interni costituisce una delle principali armi che un Sistema Qualità
possiede per monitorarsi e migliorarsi con continuità. E’ assolutamente
indispensabile, però, che la loro esecuzione si attenga alle seguenti
regole:
1.
perseguire l'obiettivo di verificare l’attuazione delle attività
analizzate e, soprattutto, di valutarne l’efficacia
A COSA SERVE RISPETTARE UNA PROCEDURA / ISTRUZIONE SE, ALLA FINE, IL
RISULTATO CHE OTTENGO NON SERVE A NIENTE? PER ESEMPIO, A COSA SERVE
COMPILARE CORRETTAMENTE TUTTI I CAMPI DI UN MODULO QUANDO, IN
PRATICA, LE INFORMAZIONI CHE SERVONO SONO CONTENUTE SOLO IN ALCUNI
DEI CAMPI E GLI ALTRI FANNO SOLO PERDERE DEL TEMPO?
2.
assicurare un adeguato grado di addestramento per le persone che
conducono audit interni
COME PUO', UNA PERSONA NON FORMATA, AVERE LA CAPACITA' DI VALUTARE
LA CONFORMITA' E L'EFFICACIA DI UN PROCESSO? LA PERSONA CHE CONDUCE
GLI AUDIT SA COSA SONO I PROCESSI, CONOSCE I PROCESSI CHE DEVE
ESAMINARE, CONOSCE I REQUISITI DELLE NORMATIVE DI RIFERIMENTO PER I
PROCESSI ESAMINATI?
3.
assicurare che le funzioni che eseguono verifiche ispettive siano
indipendenti dalle attività analizzate
COME PUO', UNA PERSONA CHE SVOLGE UN LAVORO, AVERE LA CAPACITA' DI
VALUTARE CRITICAMENTE IL PROPRIO OPERATO? POSSIAMO ESCLUDERE CHE
TALE PERSONA, IN TOTALE BUONA FEDE, VALUTI IN MANIERA SUPERFICIALE
GLI ASPETTI CHE RITIENE ESSERE A POSTO E RILEVI ESCLUSIVAMENTE
QUEGLI ASPETTI CHE HA GIA' SEGNALATO COME CRITICI PER LA PROPRIA
ATTIVITA'?
La conduzione di audit
interni deve, quindi, ricercare eventuali problemi, fornire elementi per
individuarne le possibili cause e per definire opportune azioni
finalizzate al miglioramento continuativo delle varie attività. Che
valore ha un audit condotto solo per soddisfare il requisito normativo?
Che utilità può avere un audit condotto in maniera superficiale da
personale non adeguatamente preparato o troppo coinvolto dalle attività
esaminate? Proviamo ad analizzare, nel dettaglio, e confrontare i costi
degli audit condotti in maniera efficace ed adeguatamente approfondita e
quelli degli audit condotti in maniera superficiale e, di conseguenza,
inefficaci:
aspetto
(costi) |
audit
efficace |
audit
inefficace |
costi per
l'esecuzione e la registrazione degli audit (tempi) |
Un audit efficace richiede
tempo sia per chi lo esegue sia per chi lo riceve.
Bisogna fare molta attenzione ad ottimizzare questi
tempi per evitare inutili perdite di tempo. |
Un
audit, anche superficiale, richiede comunque tempo
(anche se meno rispetto all'audit approfondito). |
costi per
le azioni a seguire (tempi) |
Ogni azione adottata per
migliorare il sistema comporta costi, quelli delle
risorse impiegate per l'attuazione delle correzioni /
migliorie previste. Bisogna fare attenzione a definire
azioni (e quindi sostenere costi) proporzionali ai
problemi che si intendono risolvere.
Ma è corretto parlare di
costi o sarebbe meglio definirli investimenti? |
In un
audit superficiale, le azioni a seguire sono
generalmente solo formali e richiedono il tempo di
mettere a posto i documenti coinvolti. Tali costi sono
limitati, ma anche l'utilità delle azioni adottate è
limitata. Siamo
proprio sicuri che le azioni non siano fatte solo per
compiacere gli auditor dell'Organismo di Certificazione? |
costi per
attività svolte in maniera non efficace |
Se l'audit approfondito è
efficace, è ragionevole pensare che con il passare del
tempo le attività siano sempre più efficaci e
produttive. |
Se gli
audit condotti sono inefficaci, i problemi quotidiani
presenti nella gestione delle attività permangono ed i
relativi costi rappresentano una voce costante
(anche se non facilmente quantificabile) dei costi
aziendali. |
In definitiva, un audit efficace costa ma aiuta a
correggere e migliorare il modo in cui si lavora, contribuendo a
ridurre i costi quotidiani legati all'inefficacia ed alle
inefficienze di ogni attività: NON SAREBBE, FORSE, PIU' CORRETTO
CONSIDERARE I COSTI DI UN AUDIT EFFICACE COME INVESTIMENTI?
Le modalità con cui
gestire gli audit interni sono, di fatto, uno dei modi con cui la
Direzione lancia segnali al personale coinvolto;
a) se gli audit sono
considerati scocciature, perdite di tempo, inutili balzelli richiesti
dalle norme per la qualità, il messaggio non può che essere "La Qualità
non serve a niente, pensiamo a lavorare e non perdiamo tempo in attività
improduttive"
b) se gli audit sono
ritenuti elementi cardine del Sistema di Qualità, il messaggio diventa,
automaticamente "cerchiamo di lavorare sempre bene ma, ogni tanto,
mettiamoci in discussione e sforziamoci di capire come e dove possiamo
migliorare"
Vediamo, ora, di capire
quali sono le
principali registrazioni da eseguire nell'ambito della
gestione degli audit interni; a livello normativo (ISO 9001:2000), le
uniche registrazioni che devono essere obbligatoriamente realizzate
sono:
1) un programma di
audit (con valenza anche pluriennale), tale da coprire tutti i processi
aziendali e strutturato in modo da esaminare con maggiore frequenza le
aree / i processi più critici / più importanti per
l'organizzazione;
2) un rapporto /
resoconto dell'attività di audit interna condotta (per ogni audit
realizzato).
Se l'obiettivo dell'organizzazione è, però,
quello di trarre vantaggio dagli audit condotti per migliorare i propri
processi e correggere i propri difetti, al di là delle registrazioni
obbligatorie previste, è opportuno definire un buon criterio per la
gestione degli audit interni; tale criterio non si dovrebbe discostare
troppo dal seguente:
analizzare la documentazione descrittiva delle attività da
verificare, annotandosi le domande cui rispondere in fase di esecuzione
della verifica in base alle evidenze riscontrate;
concordare con buon anticipo e con le funzioni responsabili
delle attività sottoposte a verifica data ed orario di svolgimento
della verifica;
eseguire la verifica avendo cura di registrare ogni elemento
visionato (sia in positivo che in negativo) in modo da avvalorare il
giudizio di conformità o non conformità espresso;
registrare su un rapporto l’esito della verifica ispettiva
condotta con tutte le eventuali anomalie riscontrate.
Ognuna delle fasi sopra indicate dovrebbe
comportare la realizzazione di registrazioni effettuate non per
soddisfare i requisiti normativi ma perchè necessarie per gestire meglio
le varie attività, per conservare chiara memoria di quello che si è
fatto anche per non ripetere, in futuro, eventuali errori commessi, per
limitare eventuali contestazioni da parte dei colleghi (per esempio la
loro indisponibilità a seguire l'audit perché non avvertiti), ecc.
A completamento di questo breve
approfondimento sugli audit, è bene precisare che successivamente
all'attività di audit, inoltre, per evitare che risulti fine a se
stessa, diventa necessario che le funzioni interessate dall'audit
definiscano ed adottino opportune azioni per correggere / migliorare gli
aspetti riscontrati come "anomali" e che venga eseguito adeguato
monitoraggio sia della loro adozione che della loro relativa efficacia a
cura della funzione che gestisce il sistema qualità.
NON
ADOTTARE IDONEE AZIONI PER CORREGGERE / MIGLIORARE GLI ASPETTI
EMERSI NEL CORSO DEGLI AUDIT DETERMINA, GENERALMENTE, UNA PERICOLOSA
SFIDUCIA DA PARTE DELLE PERSONE VERSO IL SISTEMA DI QUALITA' E, PIU' IN
GENERALE, VERSO LA CONCRETA POSSIBILITA' DI MIGLIORARE IL PROPRIO DI
OPERARE CON CONSEGUENTE PEGGIORAMENTO DELLO STESSO NEL TEMPO.
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